Il pericolo nero

pericolo nero

Il fascismo, come il nazismo  del resto, trovò facili adesioni dal momento che poté far leva sui sentimenti  “deboli” di una società che viveva un momento di grave difficoltà.

Il nazionalismo consente di non affrontare i problemi ma di alienare le loro cause trasferendo la responsabilità al di fuori della nazione.  La soluzione dei problemi viene quindi identificata con l’eliminazione (fisica o giuridica) del diverso. Negri, ebrei, diventano immediatamente capro espiatorio essendo facilmente identificabili dai tratti somatici. In questo modo la tensione sociale causata da errori politici, errate visioni storiche, sociali ed economiche, viene fatta confluire su un nemico creato ad arte.

Come ricaduta utile alla gestione dittatoriale del potere, peculiarità di quei regimi, si crea un sentimento identitario che spesso viene confuso con solidarietà. Proprio per la sua utilità, viene alimentato costantemente elaborando teorie e soprattutto miti come quello di razza e, in parte, di nazione. Perciò vengono creati stereotipi a sostegno di questi teoremi: machismo e superomismo ne sono emblema.

Da questi nuovi artefatti antropologici, trae ulteriore linfa il governante, potendo additare come nemico da perseguire e perseguitare ogni “diverso”, il quale, essendo identificato come causa della situazione, deve essere estirpato.  Da qui, tra l’altro, le leggi razziali.

In condizioni sociali stabili, non ci sono rischi di deriva dal momento che, da un punto di vista sociale, la ragione prevale sui sentimenti: i fatti sono visti per quello che sono e le cause che li generano sono identificate correttamente. Così, per usare una metafora medica, il virus rimane latente poiché gli anticorpi sono in grado di fronteggiarlo. Quando le difese immunitarie vengono meno, quando cioè lo stress sociale che deriva da una crisi economica profonda, limita la capacità di difesa della società, il rischio d’infezione si fa serio.

Oggi le condizioni per un’infezione fascista ci sono tutte: crisi economica, aumento della disoccupazione, forbice sociale ai massimi storici. Il rischio è alto come mai nel dopoguerra. Per continuare con il paragone medico, le difese immunitarie sono compromesse il virus inizierà a diffondersi rapidamente ed è quindi necessario un intervento farmacologico per stroncare il virus e ricostituire le naturali difese.

La politica, o meglio i partiti, non sono più in grado né di individuare né di somministrare la cura, essendo ormai compromessi in modo definitivo e per ciò vanno considerati come parte del male da debellare.

Solo il popolo sarà in gradi di curarsi e liberarsi dal male e quanto più grave è l’infezione tanto più aggressiva dovrà essere la cura: per evitare che una nuova dittatura fascista oscuri i prossimi decenni, è necessaria una rivoluzione proletaria, purtroppo, tutt’altro che incruenta.