Addio nonna Adi

AdigeE così te ne sei andata anche tu. Ho avuto la fortuna di vederti un paio d’ore prima di morire, e di questo sono grato a miei genitore per avermi chiamato. Ho avuto la fortuna di vedere quei tuoi occhi persi nel vuoto, di sentire il tuo affannoso respiro, gorgogliante dietro una mascherina d’ossigeno.

Ho potuto accarezzarti cercando di restituirti un po’ di quanto hai dato tu con le tue carezze a me bambino.

So che la tua mente polverizzata dal tarlo dell’ alzheimer non ha  nemmeno percepito la mia carezza, lo sapevo prima di farlo e lo sapevo mentre lo facevo. Non ti ha fatto bene, so anche questo. Ma ha fatto bene a me. E mi farà bene ancora a lungo.

Te ne sei andata, e con te anche qualche mio pezzetto, ma una parte di te, anche grazie a quella mia carezza, resterà con me. Insieme a mille altri ricordi. A quegli occhi che pian piano hanno cominciato a far vedere la paura di quello che stava succedendo alla tua mente. Al tuo modo di leggere la realtà, alle volte apparentemente distaccato, ma capace di commuoversi per una canzone, per un “Va pensiero”.

Ti abbraccio, nonna Adi.