Per fortuna ci sono le catastrofi

che almeno dovrebbero farci riflettere sulle priorità della nostra stessa esistenza. Non di individui ma di esseri umani. Non di singolarità ma di specie umana.
Ed invece, per fortuna che ci sono le catastrofi, così i giornalisti hanno tanta materia prima sulla quale sviluppare storie strappalacrime, nelle quali la morte non è uguale, la morte assume peso e significato diverso se il morto ha qualche parente in Italia. Se le sue origini erano Italiane (anche se cittadino di Haiti) mentre se i parenti sono di un altro cittadino Italiano, ma originario di Haiti, viene da chiedersi: ma che cazzo ci fa in Italia uno di Haiti? Immgirati…
E menomale che ci sono le catastrofi, così si possono ripescare ex presidenti, riciclare politici, distrarre l’attenzione. Mala tempora currunt, così, prima delle navi di aiuti, arrivano sul posto quelle di turisti che, tornati a casa, potranno fieri sostenere: “io c’ero!”
E menomale che ci sono le catastrofi, così i marines possono prendere il controllo della città ed organizzare la caccia allo sciacallo, ovvero a chi senz’acqua e senza cibo cerca di sopravvivere come può, in attesa di quegli aiuti che arriveranno. Beninteso, dopo i turisti e dopo i marines.
E già, “la morte si sconta vivendo”, allora, per fortuna che ci sono le catastrofi.