Lotto in giugno: 5 sì l’otto giugno

Pensare al voto da anarchico non è banale, è conflittuale. Devo dire che però la cosa può essere affrontata in modi diversi: si può pensare di votare se questo destabilizza il sistema, si può facilmente distinguere la differenza tra l’attuazione di una delega e l’affermazione di una posizione, e così via.
Potrebbe, però, essere la mia idea una devianza, uno scostamento dall’ortodossia. Pazienza.
Questi referendum sono la richiesta di una presa di posizione che pur essendo una goccia nel mare della precarietà e del razzismo, sono comunque un segno e per certi versi potrebbero anche essere il punto di partenza per un’azione molto più incisiva nella direzione delle tutele di chi lavora e di chi emigra in cerca di un futuro.

Che abbiano un significato lo dimostra anche il fatto che la parte peggiore della politica italiana (quella fascioleghista, per intenderci) intende boicottarlo invitando a non andare a votare. Unica loro speranza di mantenere lo status quo mediante il non raggiungimento del quorum.
Insomma di ragioni per votare 5 SI! mi pare ce ne siano abbastanza.

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