No, non è uno stato psichico, sebbene qualcosa con la psiche potrebbe averci a che fare, è la sincrasi tra u-blox e ridondanza. Una parola greve, sia nel significato che nel suo essere omatopea.
RI-DON-DAN-ZA.
Una parola che è diventata frequente da settembre 2024, da quando cioè il vertice aziendale ha avviato le “measures”, le misure. Sì, misure, senza nemmeno la necessità, o meglio la dignità, di specificarne il tipo. Misure ha sostituito termini assai più vergognosi da dire come tagli, tagli alle spese che nel momento in cui coinvolgono esseri umani li rendono ri-don-dan-ti. Fastidiosamente inutili. Non solo viene ritenuto che non servano ma sono pure un fastidioso costo.
E da Settembre i ri-don-dan-ti sono diventati centinaia nel mondo u-blox. Centinaia di persone diventate improvvisamente inutili, costi da far sparire dai bilanci, la strategia più semplice per migliorare l’EBIT. Come in Italia, dove gli inutili erano 200, salvo poi trasformarsi in opportunità di guadagno mediante la cessione e da allora merce da trattenere in ogni modo.
Ora è la volta di Atene e di Cambourne dove trenta persone, così dicono le voci, sono diventate costosamente superflue, rami secchi da recidere, teste da tagliare.
Persone senza un nome, perché i nomi non vengono comunicati così da negarne anche l’esistenza. Con le dovute proporzioni, un po’ come accadeva con i desaparecidos del sudamerica.
Tagliano persone e si premiano, perché, alla fine, riescono pure a convincersi che è stato un atto doloroso ma necessario. Il sacrificio di alcuni per salvare gli altri? No, il sacrificio di alcuni nel dome del denaro. Un modo per salvare l’investimento, il capitale. Tutelare gli investitori.
Alle colleghe ed ai colleghi, quelli licenziati e quelli che rimangono, almeno per il momento, a tutte le persone in Grecia ed in Inghilterra con le quali ho condiviso tanto, poco o nulla della mia vita lavorativa, a loro va la mia solidarietà. Ognuno di voi resterà una lacrima nel mio cuore.