Gli sbirri sono figli di dio

Come ho già avuto modo di scrivere in Laicità o ateismo sociale? l’esistenza di dio determina l’artefatto delle classi sociali. Questa non è l’unica conseguenza, ovviamente, ma ce ne sono molte altre. Tra queste, una delle più fastidiose è quella dell’ “ordine pubblico” visto come valore fatto questo, facilmente confutabile (La necessità del dissenso poiché l’ordine non sia (e non lo è) un valore.)

Senza volermi addentrare sul terreno dell’esistenza di una qualche entità, da ateo non ne vedo nemmeno la ragione, mi limito a constatare che il dio delle religioni monoteiste è rappresentato anche, se non essenzialmente, come grande legislatore che stabilisce non solo i principi, i valori e l’etica, ma spesso anche regolucce quotidiane. Ciò che, in fin dei conti, viene celato dietro questo insieme di regole è un principio molto semplice. Chi detiene il potere, comanda.

Espressa così, la cosa appare quasi rispondere ad un principio naturale. Il problema è che non è vara. O meglio, è vera, purché sia ben chiaro il “chi è che detiene il potere”. Prendiamo, ad esempio, il governo di un paese democratico. In una democrazia, il popolo è sovrano, ciò significa che è il popolo a stabilire le regole del gioco, le leggi, cosa sia giusto e cosa no. Ma basta soffermarsi un attimo e si capisce quanto sia falsa questa definizione. Guardandoci attorno, è evidente che molto spesso il popolo vorrebbe venissero realizzate, ad esempio, riforme ben precise ed il governo, invece, ne fa di altre che vanno nella direzione opposta. La definizione di democrazia, volendola rendere aderente alla realtà, andrebbe modificata in qualcosa del tipo: “Democrazia: sistema di governo nella quale il popolo elegge dei rappresentati i quali operano autonomamente”. Ben diversa dal significato letterale “governo del popolo”. E’ evidente che il governo non è del popolo.

In sintesi, quindi, chi detiene il potere, comanda. Ma a detenere il potere è una classe di governo che a sua volta stabilisce chi verrà eletto dal popolo. Ho saltato un passaggio, ma, visto che è piuttosto intuitivo oltre che evidente,  lo lascio a future argomentazioni. Questa classe (non i singoli rappresentanti) deriva la sua autorità sostanzialmente dalle regole “divine” a cui accennavo prima emesse da un dio che è stato creato da questa stessa classe, ma poiché il prodotto di questa autorità sono anche leggi e provvedimenti ingiusti (nel senso che vanno contro gli interessi dei cittadini) è necessario che venga realizzato un sistema di controllo e repressione. Un esempio su tutti. Non voglio che il territorio sul quale vivo venga devastato da un’installazione “socialmente utile”? Niente da fare, la classe dominante ha deciso, si può, moderatamente, protestare ma non si può impedire. In caso contrario entrano in funzione le forze dell’ordine. Tutto questo è, evidentemente sbagliato. Sostenere che nell’interesse più ampio del paese qualcuno debba vedersi annullata o drasticamente ridotta la propria libertà è sostenibile se e soltanto se si ammette che esistono delle leggi che stanno al di sopra di quelle volute dai cittadini. Non convince? Facciamo un altro esempio. Il governo, dichiarando di essere rappresentante della maggioranza dei cittadini, stabilisce che tutti coloro che hanno i capelli biondi debbano essere uccisi consentendo in questo modo di ridistribuire meglio le ricchezze e far stare meglio la società intera. Continua ad avere senso?

Quindi, per far passare leggi ingiuste, serve che queste vengano imposte con la forza e la violenza, riportando l’ordine non appena questo viene alterato. E qui si ritorna al titolo. Gli sbirri, ovvero coloro che asserviti al potere della classe dominante ne sono il braccio armato, derivano il loro potere da quell’autorità che la classe dominante si vede assegnata dal dio che essa stessa ha creato. Sono, in questo senso, un prodotto di quel dio. Appunto, figli di dio.