Dialoghi quotidiani

Dialogare vuol dire creare un canale di comunicazione bidirezionale tra due persone mediante il quale scambiare informazioni, opinioni e pensieri.

Quindi, è necessario che una delle due invii l’informazione e l’altra lo riceva, essendo in ascolto, dopo di che il ruolo si inverte. Se il ruolo non si inverte, allora si tratta di un monologo e non è questo il tema.

Apparentemente, tutto semplice. Apparentemente.

Diceva Plutarco : “… sono di vento i discorsi dei giovani che non sanno ascoltare e trarre profitto attraverso l’udito: discorsi oscuri ed ignoti, dispersi sotto le nubi.

Ovvero, la parte principale del dialogo sta nell’ascoltare l’altro, nel comprenderlo, non nel cercare di inviargli le informazioni. Infatti, se entrambi si dispongono all’ascolto, ciascuno recepirà le istanze altrui, ne comprenderà il messaggio, insomma. Se, viceversa, entrambi si preoccupano principalmente di inviare informazioni, saranno incapaci di ascoltare e le istanze andranno perse. Si tratterebbe non di comunicazione, ma di rumore.

Se ci sono arrivato io, può arrivarci chiunque, eppure il mondo è pieno di monologhi, ben che vada, o di chiassoso litigare. In famiglia così come nei rapporti sociali più allargati. Dobbiamo cercare di ascoltare chi ci parla, non di pretendere che sia l’altro ad ascoltare noi. Naturalmente.