Cara Dacia, ti rispondo

Cara Dacia,

ho letto con attenzione il tuo post e cerco di risponderti con la massima franchezza e precisione che mi sono possibili.

Parliamo di FULK.

Prima di tutto tengo a precisare che in nessun modo quanto mi accingo ad esporre è un’accusa verso chi prese parte a quell’iniziativa per i fatti che vanno dalla chiusura di kilombo all’espulsione, fatti dei quali rivendico la responsabilità.

In secondo luogo, desidero far chiarezza su chi fu espulso da kilombo (ne sono certo avendo provveduto personalmente  il 4 Aprile 2009) :

– i quattro redattori di kilombo:  Spartacus Quirinus, Valerio Pieroni, Zinfarosa, Pietro_d

– la redazione di k.slow su facebook: Valerio Pieroni (fondatore),Giuseppe Tosques, Tina Galante,Claudio Francesconi, Dacia Valent

– Giuseppe Gallo (non ne ricordo il motivo)

Fatte queste dovute annotazioni, ecco il mio pensiero sul fulk.

La ragione che mi portò a ritenere necessaria una soluzione violenta fu la consapevolezza che ogni possibilità di dialogo si era esaurita. Da una parte l’idea che si potesse prendere k.slow e farne ciò che si voleva a prescindere da cosa aveva stabilito il collettivo, dall’altra quella che prima si riportava k.slow dentro k.org e poi si poteva discutere.

Queste due posizioni mi sembrarono inconciliabili, da qui la necessità di quell’intervento.

Lo rifarei?

NO

Ed è un no fermo. La ragione per la quale non lo rifarei è che ora ho visto come sono andate le cose: c’erano due fazioni in lotta già da tempo ma, sfortunatamente, questo l’ho realizzato solo dopo.

Inoltre, c’è stata una deriva del FULK che non sarebbe dovuta esserci, ed alludo al “gruppo fuori i fasci da kilombo” ed agli attacchi nei confronti di persone e di loro fatti personali invece che verso idee. Questo è inaccettabile da qualunque parte gli attacchi arrivino. Attaccare le persone invece che idee non può che portare alla rissa invece che al dibattito.

Ora siamo di nuovo al punto di partenza, le fazioni continuano ad affrontarsi cercando prevalentemente di delegittimarsi reciprocamente, il dibattito politico è sotto zero. Quindi il FULK non è servito a nulla se non a far vivere a kilombo un piccolo periodo di tranquillità fittizia determinata non dalla soluzione delle ragioni conflittuali bensì dall’aver estromesso una delle parti. Fatto questt’ultimo, assolutamente ingiusto e fuori da ogni legittimità essendo stato compiuto senza il pronunciamento del collettivo.

Mi chiedo cosa potrebbe risolvere questo stato di cose ora. Un altro FULK? Per l’amor del cielo, non ne parliamo nemmeno: dovremmo forse pensare ad un’altrenanza?  Un po’ un gruppo dentro e l’altro fuori e viceversa? Credo proprio di no.

La soluzione c’è. La soluzione sta nel dialogo, la soluzione è il dialogo. Dentro kilombo, si parla di kilombo, di politica. Fine. Gli scazzi personali si lasciano fuori.

Detto questo, c’è un problema contingente: sistemare kilombo. Per questo c’è una redazione, direi “sufficientemente” legittima. Questa redazione si deve fare carico della pulizia di tutti i fake, di tutti quelli che si sono iscritti a kilombo e non mettono un post da una vita. Manca solo una cosa a questa redazione, manca la responsabilità. In effetti conoscere con certezza chi sono i redattori in modo che possano rispondere del loro operato (carta d’identità, telefono o quant’altro) è una via opportuna e, probabilmente, necessaria.

Questa redazione deve affrontare anche le conseguenze del fulk, ovvero l’espulsione illegittimamente compiuta allora. Kilombo.slow su fb non esiste più, non ha più senso continuare a mantenere in esilio gli esiliati. Per quel che mi riguarda dovrebbero tutti essere reintegrati d’ufficio.

Kilombo ha bisogno di una nuova piattaforma, è vero. Che sia Drupal, una nuova versione di Joomla od un altro CMS è poco importante, il webmaster (altra “rogna” per la redazione) lo può decidere a sua comodità, quel che conta è che va rinnovato. E mettiamoci dentro pure i commenti, anche se questo tema non può che passare attraverso il voto del collettivo.

Poi c’è la carta di kilombo. Quella attuale è stata modificata anche attraverso i voti fasulli, quindi non rappresenta l’espressione del collettivo ma di un qualche furbo. Secondo me, la carta iniziale, quella originale, nella sua semplicità è sempre valida, molto più che quella attuale ricca di opportunità per i “cavillatori” di professione.

Che altro? Certo! Il padrone di kilombo. Allora, lo vogliamo processare una volta per tutti questo cazzo di jaco? Vogliamo togliergli definitivamente la possibilità di svegliarsi una mattina e chiudere tutto?

E veniamo alla parte dolente. Le mie origini istriane e la mia nascita genovese mi hanno geneticamente fornito di braccetto corto, quindi, per l’ammenda, posso impegnarmi per qualcosa di grande valore simbolico e moderato impatto economico: una “bire furlane”.

Con la speranza che ci possa essere un futiro di sano confronto politico all’interno di kilombo, mandi!

Paolo Jaco Giachin