Ricordi

Risistemando le foto mi sono riapparse anche queste due, ricordo di altrettante maratone fotografiche. Entrambe, fuori tema, mi tengono vivo il ricordo di quegli incontri.
La prima, scattata nel 2013, la associo al ricordo di quella ragazza che con una “dolcezza lancinante” acconsentì. Tutto attorno a lei era dolce e delicato, anche le note che uscivano dalla sua malridotta fisarmonica.
Il suo modo di porsi, la discrezione della sua presenza in strada la rendevano estranea al mondo nel quale si ritrovava suo malgrado.

Quest’altra, del 2014 anch’essa fuori tema di un maratona fotografica, è tutta un’altra storia. Era seduto a terra, sulla porta di una chiesa. I suoi occhi parlano e raccontano meglio delle sue parole. Anch’egli non esitò ad accettare la mia richiesta, e poi iniziò a raccontarmi di una malattia, quasi subito cambiando lingua impedendomi di capire. Racconto di un viaggio duro per arrivare fino a qui. Di malattia. Di denaro quasi preteso, occhi che ti entrano dentro, che ti prendono il cuore.

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